Nome & Cognome: Giulio Enrico Geymonat
Pubblicazioni:
La storia di Nanda, Marietti 1820 (2020) Marietti
L’universo di Kāma, Einaudi (2014) Einaudi
La Vāsavadatta del Sogno Vāsavadattā
Professione: docente privato (online e offline) di sanscrito, filosofia e letteratura sanscrita.
Titoli di studio: M.A. Sanskrit, School of Oriental and African Studies, University of London, London, U.K.
Laurea in Lingue e Civiltà Orientali, sezione Vicino e Medio Oriente, Istituto Universitario Orientale, Napoli
Contatti:
E-mail: info@sanscrito.it
Skype: g_geymonat
Telefono: +393480724840
Interessi: lingue, letteratura, filosofia, musica, viaggi, sport
Egr. professore ho avuto notizia dal settimanale on line “Zafferano” dell’esimio R.Ruggeri, per un pezzo a firma del dott. Giovanni Maddalena, della sua conferenza al centro Grossman di Torino che verteva su un parallelismo tra Vasilij Grossman e Curzio Malaparte. Essendo interessato a tale sua tesi gradirei sapere se è stata pubblicata, o lo sarà. Grazie. Cordiali saluti. Giorgio Del gaudio, Genova.
Gentile Giorgio Del Gaudio, no, non è prevista alcuna pubblicazione: è stato, il mio, un contributo da dilettante. Lo dico senza nasconderle che ritengo davvero il parallelismo Grossman-Malaparte molto interessante (lo dico, bandendo la modestia, perché l’ho perseguito a fondo negli ultimi anni, e in effetti lo sto perseguendo ancora — e chissà per quanto tempo –, con grande profitto in termini di coscienza storica, sociale, umana e politica: d’altra parte come si può “uscire” da autori tanto grandi, che trattano di argomenti così profondi e anche maledettamente attuali, visto il risorgere di una certa specifica crudeltà, o spietatezza, “bianca”?). Parallelismo che ovviamente non vuole in alcun modo minimizzare la grande differenza, umana e sociale, dei due autori. Sono entrambi — questo indubbiamente li accomuna — due grandi testimoni dell’inferno della guerra e della perversione dei regimi totalitari, e (era questa una delle tesi centrali del mio approccio, tesi che probabilmente non ho neanche menzionato in occasione della conferenza) ritengo che un buon motivo per leggerli parallelamente è che essi, in vari sensi, si integrano l’un l’altro (per esempio Malaparte per lo più guarda la realtà “dall’alto”– i gerarchi, i nobili decaduti — e in modo personalistico — Malaparte, si sa, parla sempre di sé–, mentre Grossman per lo più la guarda “dal basso” e con un taglio “universale”– Grossman parla del popolo, e lascia che vivano nelle sue pagine una miriade di personaggi anche molto distanti da lui –, e d’altra parte (questo è un punto a cui tengo tantissimo, cioè per me personalmente è molto importante) si “emendano” l’un l’altro, si “correggono” l’un l’altro. Detto in altre parole ci si può “curare” da un eccessivo malapartismo con Grossman, e da un eccessivo grossmanismo con Malaparte.
Ma mi scriva pure privatamente (giuliogey@gmail.com) se vuole portare avanti la discussione, che qui, in teoria, si parla di sanscrito!
Non voglio però perdere l’occasione, visto che lei me la dà citandolo come autore dell’articolo che l’ha spinta a scrivermi, per ringraziare Giovanni Maddalena (che ho la fortuna di conoscere come amico di lunga data), sia per la sua simpatia e umanità davvero rare e preziose, sia per la sua specifica opera di filosofo, che con grande acume (mi riferisco in particolare a “The Philosophy of Gesture”, 2015) riesce ad assestare un deciso colpo alla tirannia dell’intellettualismo, e in particolare alla filosofia analitica, di matrice kantiana, mettendo a fuoco, come fondamentale strumento d’indagine, l’interessantissimo concetto di “gesto completo”.