Oltre ad insegnare sanscrito mi dedico alla divulgazione di elementi della civiltà indiana antica attraverso conferenze, seminari e workshop tenuti in sedi private o presso associazioni culturali e centri yoga.
Questi alcuni titoli di seminari svolti nel passato:
“Un Classico dell’Altro: il caso dell’India”, Maggio 2018, Corso di formazione docenti (20 ore) c/o Liceo Einstein, Torino
“Introduzione al sanscrito e alla linguistica di base”, Gennaio 2018, Corso di otto ore c/o Liceo Einstein, Torino (classe II, Scienze Umane)
“Poesia e alterità”, workshop di due serate dedicate allo studio di una perla della letteratura sanscrita, il “Messaggio d’amore affidato al nuvolone” (Meghaduta) di Kalidasa (IV dC), (Novembre 2015, presso Studio d’Arte del Lauro a Milano, in via Mosè Bianchi 60)
“Mondo globale e identità culturale — Studiare l’ “altro” per ritrovare il “proprio”: l’esempio dello studio dell’eredità culturale indiano-antica” (conferenza a inviti, Novembre 2015, Milano)
“Sanscrito e poesia” (workshop a pagamento, Maggio 2012, presso Studio d’Arte del Lauro, Milano)
“Sanscrito e pensiero” (workshop a pagamento, Maggio 2012, presso Studio d’Arte del Lauro, Milano)
“Sanscrito fra mito e realtà” (conferenza, Aprile 2012, presso Studio d’Arte del Lauro a Milano in via Mosè Bianchi 60)
“Avviamento al sanscrito: inquadramento storico-linguistico, pronuncia, trascrizione e grafia devanAgarI” (Novembre-Dicembre 2011, tre incontri pomeridiani da 4 ore l’uno, presso Associazione Culturale Shankara, San Felice, Segrate)
“Il Samkhya: una filosofia o la filosofia dell’India?” (Aprile- Maggio 2010, Milano, 4 incontri da due ore l’uno)
“I suoni del sanscrito: tre pomeriggi con il corso formazione insegnanti yoga dell’Associazione Jiva, Firenze” (Marzo-Maggio 2011, Firenze Associazione Jiva)
“La concezione dell’uomo nell’India antica e tradizionale” (gennaio-marzo 2011; tre pomeriggi presso Associazione Culturale Shankara, San Felice, Segrate)
“Per un nuovo materialismo: l’esperienza indiana antica” (15/12/2010, Milano)
“Il dualismo: cos’è?” (30/11/2010, Milano)
“Il Natyashastra: la storia dell’origine mitica del teatro e la teoria del rasa” (07/06/10, Milano)
“La Shakuntala di Kalidasa fra eroismo, comicità, dramma e lirismo” (14/06/10, Milano)
“I piani della realtà nel teatro di Bhasa” (21/06/10, Milano)
“Comicità e satira nel teatro antico-indiano” (28/06/10, Milano)
“Dall’alfabeto ai mantra: workshop di pronuncia del sanscrito” Conferenza workshop di 2 ore c/o l’incontro internazionale di yoga e yoghismo, organizzato da Associazione internazionale Yoga e Yoghismo Europa (Treviso Marzo 2010)
“Etica e prassi lavorativa: è possibile avvalersi dei concetti indiano-classici di dharma e adharma, e in che cosa essi differiscono da quelli di bene/giusto e male/ingiusto?” (gruppo di lavoro formato da personale di Banca Intesa San Paolo, svoltosi in quattro incontri settimanali da un’ora l’uno, marzo 2010, Milano)
“India antica: percorsi e letture” Tre incontri pomeridiani (ca 4 ore l’uno) c/o l’associazione culturale Shankara (San Felice, Milano) rispettivamente intitolati: “Cosa dicono i Veda?”, “Rinunciare al mondo e ai suoi miraggi: lo yoga e il buddhismo”, e “Il ritorno alla società e all’azione: il karmayoga della Bhagavadgita” (nel periodo gennaio-marzo 2010)
“Dal Buddha al buddhismo” Tre incontri da due ore l’uno a Milano e Torino (novembre 2009)
“I filosofi delle Upanishad vediche” Tre incontri da due ore l’uno a Milano e Torino (novembre 2009)
“Un’altra etica: l’etica Indiana antica” Conferenza presso seminario di Corporate Social Responsability, organizzato da Banca Intesa San Paolo, Pollenzo (Novembre 2009)
“Il karmayoga della bhagavadgItA” Tre incontri da due ore a Milano (ottobre 2009)
“Classicità indiana qui e ora” 4 incontri da due ore l’uno su etica, estetica, pensiero politico e sociale antico indiano con un occhio alla rilevanza dei concetti emersi in ambito indiano classico per il dibattito contemporaneo (Milano, circolo PD Magenta)
“Buddha e classicità indiana” 4 conferenze organizzate da Accademia di Yoga di Lisetta Landoni presso la libreria Rizzoli Milano; titoli conferenze: “Buddha e Karman”, “Buddha e Yoga”, “Buddha e Kama” e “Buddha e Dharma” (maggio 2009)
“Introduzione al Samkhya” 4 incontri da due ore l’uno per indagare il filone filosofico indiano antico per eccellenza (circolo PD Magenta Milano; marzo 2009)
“Filosofare con la filosofia dell’India: è cosa possibile?” (Tre incontri da due ore l’uno a Torino e Milano, novembre 2008)
“Le quattro Nobili Verità di Gautama Siddhartha detto il Buddha” (Tre incontri da due ore l’uno a Torino e Milano, novembre 2008)
“Le Samkhyakarika di Ishvarakrishna: lettura dall’originale sanscrito e commento” (Tre incontri da due ore l’uno a Torino e Milano, ottobre 2008)
ecc.
Caro Giulio,
ho partecipato a una tua lezione e mi sono trovata molto bene: alto interesse ma…….vorrei approfondire quanto da te detto, partendo dalle basi però della storia dell’India classica come da te definita…vorrei poter studiare su tuoi testi ma….non ho trovato nulla!
Hai una bibliografia minima da consigliare? Grazie!
Cara Simona,
è così: i miei libri, come tu li chiami, non esistono poiché non li ho (ancora?) scritti.
D’altra parte il problema è proprio la scarsità di fonti secondarie soddisfacenti: quell’approccio di cui parlavo durante il seminario, che indaga il patrimonio indiano antico e tradizionale (o classico) con l’ottica di trovare delle informazioni, per così dire, utili, che a noi mancano, quell’approccio non sembra assolutamente fare breccia nei testi cosiddetti accademici, tutti intenti a descrivere, a spiegare, a capire, senza domandarsi sufficientemente cosa intendono descrivere, spiegare, capire; e soprattutto perché si lanciano in questa impresa, e a partire da che cosa intendono capirli (cioè non si interrogano sulla natura dei testi che noi possediamo: cosa sono in verità?). Cosa muove veramente i dotti indologi contemporanei: puro amore per l’antico? Sensazione che l’India sia una fonte “migliore”? Desiderio di preservare un sapere altrimenti (se non fosse capito da noi) in pericolo? Non ci viene detto precisamente.
In questo senso, non mi sembra tanto diverso “L’ardore” di Roberto Calasso, recentemente uscito, molto erudito e affascinante, anche poetico volendo, ma quanto (secondo me) legato a canoni ormai passati! Nel menzionato senso di voler spiegare e capire tutto: nella fattispecie niente di meno che il sacrificio vedico! E Calasso appare a suo agio come se il sacrificio vedico fosse cosa sua, come se lui fosse un sacerdote di 4000 anni fa circa! Qualcosa di molto pericoloso e soprattutto Calasso non ci spiega, se non di sfuggita (almeno fino ad ora: sono a metà del libro) in che cosa il sacrificio vedico è importante per noi oggi (o più semplicemente perché dovremmo leggere circa 500 pagine che ce lo descrivono “per filo e per segno”, a parte perché Calasso scrive benissimo e leggere i suoi libri è sempre edificante; lui del resto è un vero erudito).
Ma veniamo a dei testi che valga la pena leggere: l’ho già detto in altri post, il nome da tenere presente è DAYA KRISHNA (ovviamente assente dalle fonti di Calasso, che cita solo o testi vedici, o classici dell’indologia novecentesca occidentale), che è un grande professore di filosofia, filosofo egli stesso, attivo in India dalla fine degli anni 50 e scomparso meno di tre anni fa, che ha insegnato in India e Stati Uniti, pubblicando con Oxford University Press i suoi capolavori (intendo dire che è un personaggio di primo piano: ma sta di fatto che la comunità di studiosi occidentali lo ignora, incrediblmente, quasi del tutto. Forse perché non è un francese o un tedesco e neppure un inglese ma solo un indiano???).
Due libri che c’entrano molto con quanto si è detto l’altro giorno da Patricia (se a quel seminario ti riferisci) sono: “Prolegomena to Any Future Historiography of Cultures and Civilizations” New Delhi, 1997 (2nd edition 2005), dove l’autore descrive con estrema lucidità tutti i problemi che si devono tenere presente quando si indaga una civiltà “altra” (lasciando l’impressione, almeno a me, che sia impossibile o quasi fornirne una descrizione obbiettiva; ma non direi che questa era l’opinione di Daya Krishna stesso, tutto teso ad identificare i presupposti da cui si potrebbe, almeno in teoria, svolgere un’indagine obiettiva di una civiltà altra) e “Classical Indian Thought about Man, Society and Polity” New Delhi 1996. Altro titolo interessante è “History, Culture and Truth: essays presented to D.P. Chattopadhyaya”, edited by Daya Krishna and K. Satchidananda Murty, New Delhi, 1999.
Ovviamente tutto in inglese!
Ma voglio citare anche Michel Angot, “Le Yoga-sutra de Patanjali”, Parigi 2008, la cui introduzione, pur presentando un quadro della storia antica indiana che non condivido del tutto, è davvero una miniera di informazioni attuali e interessanti (si tratta di 188 pagine di introduzione; poi c’è il testo degli yogasutra e il commento di Vyasa in sanscrito e in traduzione francese: un gran lavoro!)
E in italiano? Recentemente un mio allievo mi ha regalato: “Verso L’India, oltre l’India: scritti e ricerche sulle tradizioni intellettuali sudasiatiche” a cura di Federico Squarcini, Milano, 2002.
Non l’ho ancora letto, l’ho solo guardato: indubbiamente è roba interessante, anche se il taglio è accademico.
Ovviamente i testi di Krishna e Angot (le cui bibliografie possono servirti per approfondire) li trovi su Internet (ma occhio ai prezzi: cerca almeno due o tre fornitori prima di comprare!)